LeStanzedelCorso http://www.lestanzedelcorsovicenza.it Un nuovo sito targato WordPress Fri, 02 Aug 2019 13:30:48 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 A VICENZA LA PIU’ GRANDE MOSTRA SU VAN GOGH MAI REALIZZATA IN ITALIA http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/2018/02/08/a-vicenza-la-piu-grande-mostra-su-van-gogh-mai-realizzata-in-italia-2/ Thu, 08 Feb 2018 14:20:18 +0000 http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/?p=1072 DAL 7/10/2017 AL 8/4/2018

Oltre 100 i capolavori del grande artista olandese ospitati presso la Basilica Palladiana qui, a Vicenza, tra tele e disegni originali. La città è sempre più decisa a conquistare il ruolo di primo piano nell’ambito delle capitali “dell’arte” e, per agevolare l’universalità di questa mostra, il direttore artistico Marco Goldin ci proporrà alla fine la sua visione a 360 gradi della mostra dirigendo un vero e proprio film. 

“Tra il grano e il cielo”, è questo il titolo di quella che sarà quindi la più grande mostra monografica su Vincent Van Gogh; come cielo e grano sono tra gli elementi più facilmente individuati nelle opere del pittore. La mostra è totalmente volta a raccontare, attraverso le opere esposte cronologicamente, il progressivo sviluppo artistico, nonché umano, del pittore. E non solo. Attraverso questo percorso artistico si potrà comprendere meglio l’intera vita di questo straordinario artista: dal buio dei suoi primi anni olandesi dove solo il grigio del cielo e lo scuro delle terre d’ocra sembrano prevaricare su tutto e tutti, sino all’esplosione di luce tipica della sua Francia del sud. 

Assolutamente da vedere per capire come tecnica ed espressività siano costantemente in mutamento nella pittura di fine 800.

LINK www.lineadombra.it

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BACCALA’ E NON SOLO: UNA MINI GUIDA DELLE NOSTRE ECCELLENZE CULINARIE E DOVE TROVARLE! http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/2018/01/19/baccala-e-non-solo-una-mini-guida-delle-nostre-eccellenze-culinarie-e-dove-trovarle/ Fri, 19 Jan 2018 15:35:33 +0000 http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/?p=1059 La cucina veneta è essenziale, semplice e gustosissima. Noi del Nord Italia siamo famosi d’altronde per consumare per lo più polenta e cibi dal sapore antico, essenziale direi. Il baccalà è senza dubbio il piatto tradizionale di Vicenza, ma non solo. Tanti sono gli altri piatti tipici della nostra terra: il risotto classico coi bisi (piselli) o coi funghi, gli asparagi di Bassano o la zucca. I famosi bigoli, magari conditi con dell’Asiago o del Provolone Valpadana o ancora dello Stravecchio di Malga. Unici nel mondo i vini DOC del territorio: dei Colli Berici, dei Lessini-Durello,  il Gambellara o il Valpolicella. Alcuni consigli: 

       -Osteria “Il Cursore”, 10 Stradella Pozzetto, 0444323504 

       -Ristorante “Chris % Co”, 2 Contrà Ponte San Paolo, 0444321320 

       -Ristorante “Angolo Palladio”, 12 Piazzetta Palladio, 0444327790 

        P.S. L’osteria in Veneto, è d’obbligo! 

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10 COSE DA FARE A VICENZA, ASSOLUTAMENTE! http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/2018/01/02/10-cose-da-fare-a-vicenza-assolutamente/ Tue, 02 Jan 2018 15:34:53 +0000 http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/?p=1056 Quale modo migliore per presentarvi Vicenza e persuadervi cosi a visitare le nostre eccellenze della motivazione con cui l’Unesco, nel 1994, ci insigni’ del titolo di città Patrimonio Mondiale dell’Umanità?

Vicenza è una realizzazione eccezionale in considerazione dei numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio”…”Per la sua architettura, la città ha esercitato una forte influenza sull’architettura e le regole d’urbanesimo nella maggioranza dei paesi europei e del mondo intero”.

1. Teatro Olimpico di Vicenza, primo esempio di teatro stabile al mondo. Ve lo raccontiamo nel nostro articolo: IL NOSTRO GIOIELLO ESCLUSIVO: IL TEATRO OLIMPICO. MORE INFO.

2. Basilica Palladiana. Particolarissima Summa dell’architettura palladiana: con quest’opera Palladio ripristina il concetto romano di Basilica, in qualità di centro politico e non di luogo di culto. Una zona ristoro nell’ultimo piano regala una delle più belle visite su Vicenza. Qui i giorni e gli orari: www.comune.vicenza.it/cittadino/scheda.

3. Piazza dei Signori. Centro commerciale e sociale della città, sono concentrate qui due importanti eccellenze: la Basilica Palladiana e il Palazzo del Capitaniato, esempi entrambi dell’opera palladiana.

4. Corso Andrea Palladio. Lungo quasi 1 km, nel Decumanus romano si potranno visitare molti Palazzi di epoca Palladiana oppure darsi allo shopping più vario. Le stanze del corso si trovano qui!

5. Palazzo Chiericati. Qui vengono custodite opere di Tintoretto, Veronese, Tiepolo,Canaletto, Picasso, Manet e Van Dyck. 

6. Palazzo Leone Montanari. Una straordinaria collezione di icone russe, la più grande del mondo al di fuori della Russia.

7. Villa La Rotonda. Forse la più conosciuta delle ville Palladiane; il poeta Goethe disse “Forse mai l’architettura ha raggiunto un tal grado di magnificenza”, riferendosi a questa villa-tempio.

8. La loggia Valmarana. All’altezza di Piazza Castello, assolutamente da ammirare questa loggia all’interno dei Giardini Salvi. Uno dei soggetti più fotografi dell’intera città.

9. Villa Valmarana, detta “ai Nani” e Monte Berico. Obbligatorio salire le due rampe di portici che portano al Santuario di Monte Berico e la visita alla Villa dei Nani per ammirare gli affreschi del Tiepolo.

10. Baccalà e non solo, dove mangiare assolutamente il baccalà alla vicentina che è il piatto più conosciuto della città così come anche il formaggio Asiago con il suo stravecchio di Malga e i vini DOC dei Colli Berici come il famoso Durello. alcuni consigli:

  • Osteria “Il Cursore”, 10 Stradella Pozzetto, 0444323504 
  • Ristorante “Chris &Co”, 2 Contrà Ponte San Paolo, 0444321320 
  • Ristorante “Angolo Palladio”, 12 Piazzetta Palladio, 0444327790

P.S. L’osteria in Veneto, è d’obbligo! 

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DALLA SCUOLA AL GENIO: LA STORIA DELL’ACCADEMIA OLIMPICA E DELLA SUA UNICITA’ http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/2017/12/17/dalla-scuola-al-genio-la-storia-dellaccademia-olimpica-e-della-sua-unicita/ Sun, 17 Dec 2017 15:33:28 +0000 http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/?p=1053 VICENZA, CITTA’ DEL PALLADIO: LA STORIA DELL’ACCADEMIA OLIMPICA E DELLA SUA UNICITA’

L’architettura caratteristica di questa città, unica per genere e forme, è da sempre sinonimo di quel binomio inscindibile secondo cui Vicenza viene da secoli profondamente legata all’architetto Andrea Di Pietro della Gondola, più conosciuto come Andrea Palladio. Nato a Padova e poi successivamente vissuto a Vicenza, l’artista deve molto all’Accademia Olimpica, poiché essa è senza dubbio alcuno responsabile di quella qualità e peculiarità che vedremo caratterizzare l’intera sua opera. Correva l’anno 1555 e in tutto il nord-Italia vi erano già scuole sulla falsa riga dell’Accademia ma nessuna però che contemplasse la partecipazione di persone di estrazione sociale non aristocratica. 

L’assenza del consueto criterio discriminante appena citato fu molto importante: si garantiva cosi vitalità ed originalità delle Idee che per secoli daranno lustro a questa città, e non solo. 

Vi facevano parte persino maestri di spada ed equitazione, matematici, medici, cosmografi e architetti. L’arte, insomma, si faceva a 360 gradi. Non avendo una propria sede, gli accademici cominciarono ad elaborare l’idea di un teatro stabile, soprattutto dato che quella a prevalere era l’arte delle rappresentazioni teatrali. 

Fu cosi che negli successivi, nello specifico, Palladio andò maturando l’idea del celebre Teatro Olimpico. 

Nel giro di pochi decenni moltissime furono le iniziative artistiche che presero vita dalla scuola: dall’equitazione al maneggio delle armi, dalle lettere alle scienze. Persino Goethe, arrivato in Italia nel 1786, volle prendere parte ad una lezione di “Scuola di filosofia sperimentale”. Aggiungerà di li a breve che “dev’esserci qualcosa di divino nell’opera di Palladio”. La caduta della Repubblica Veneta determinò un momento difficile nel campo artistico veneto, visto sopratutto l’alternanza disordinata delle dominazioni austriache e francesi. Si avrà anche un lungo momento di torpore che durerà fino al 1843 quando la sovraintendenza, ora del Governo regio, la riattivò sotto il nome di “Accademia Olimpica di scienze, lettere ed arti” e ne caratterizzò l’indirizzo tutto rivolto alle idee liberali del Risorgimento. Negli anni successivi, grazie all’Accademia, Vicenza riusci a mantenere il ruolo di prestigio ed unicità nell’intero quadro artistico italiano.

Infine, nel dicembre del 1994, Vicenza diventa Patrimonio Mondiale Unesco, unendosi a far parte di tutti quei numerosi Gioielli Italiani che il mondo intero ci ammira ed apprezza.

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IL NOSTRO GIOIELLO ESCLUSIVO: IL TEATRO OLIMPICO http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/2017/11/15/il-nostro-gioiello-esclusivo-il-te-atro-olimpico/ Wed, 15 Nov 2017 15:32:51 +0000 http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/?p=1050 IL NOSTRO GIOIELLO ESCLUSIVO: IL TEATRO OLIMPICO 

Visitare Vicenza significa giungere a conoscenza dell’importanza architettonica che il celebre Andrea Palladio riuscì, a sua insaputa, trasferire da una dimensione prettamente locale a quella universale. Il Palladianesimo, difatti, risultò per lungo tempo uno stile architettonico profondamente ammirato e “riproposto” dai suoi discepoli, e non solo, negli anni avvenire. Basti pensare che Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti d’America, considerava il trattato del maestro “I quattro libri dell’architettura” la Bibbia universale dei canoni architettonici.

Il Teatro Olimpico è una delle meraviglie artistiche di Vicenza. Ultima straordinaria opera del Palladio, risulta essere perfetto emblema di tutta questa rilevanza poichè è il primo grande teatro stabile dell’età moderna, nel mondo intero. Un primato non da poco.

Nel Rinascimento infatti un teatro non è un edificio a se stante, come diventerà di prassi in seguito, ma consiste nell’allestimento temporaneo di spazi all’aperto o di volumi preesistenti; nel caso di Vicenza, cortili di palazzo o il salone del Palazzo della Ragione.

Il teatro fu commissionato dall’Accademia Olimpica. Correva l’anno 1580, pochi mesi prima della morte di Palladio (all’età di 72 anni); i lavori furono portati a termine dal figlio Silla e da Vincenzo Scamozzi appena 3 anni dopo, nel 1583. Il grande legame, nonché primaria ispirazione, tra l’architetto vicentino e le forme tipiche dell’antica civiltà romana qui diventano palesi più che in ogni altra sua opera: Palladio ripropone quindi il teatro dei romani con precisione archeologica, fondata sullo studio accurato del testo di Vitruvio e delle rovine dei complessi teatrali antichi. Una sola differenza: la cavea, di quattordici gradini, è per ragioni di spazio semiellittica, anzichè semicircolare come nell’antichità, ed è coronata da una loggia superiore corinzia dietro a cui si aprono le finestre. Ciò che colpisce immediatamente lo spettatore che vi fa visita è il cielo, un cielo nuvoloso, che rievoca i teatri classici, posti all’aperto. La bellissima scena fissa fu portata a termine da Scamozzi nel 1585: è in legno e stucco e riproduce la facciata di un edificio classico a due ordini corinzi, la cui zona mediana è assimilabile a un arco trionfale, ed è adorna di statue entro nicchie architettoniche e di rilievi nell’attico con episodi della vita di Ercole, eroe protettore dell’Accademia. Nella scena si aprono tre porte sullo sfondo e due laterali, ma per la ramificazione a tre dell’apertura centrale si scorgono in tutto sette vie. Queste vie sono profonde solo pochi metri, ma, grazie alla forte inclinazione del pavimento e agli edifici in bassorilievo, sembrano lunghissime. Questa impostazione della scena, in realtà, si inspirò alla prima opera che segnò l’inaugurazione del teatro, in occasione del Carnevale del 1585: si trattava di una tragedia greca, l’Edipo Re di Sofocle, e la scenografia riproduceva le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un raffinato gioco prospettico. Infine sempre allo Scamozzi viene affidata anche la realizzazione degli ambienti accessori: l’Odeo, ovvero la sala dove avevano luogo le riunioni dell’Accademia, e l’Antiodeo, decorati nel Seicento con riquadri monocromi del valente pittore vicentino Francesco Maffei. La fama del nuovo teatro si sparge prima a Venezia e poi in tutta Italia suscitando l’ammirazione di quanti vi vedevano materializzato il sogno umanistico di far rivivere l’arte classica. Poi, nonostante un avvio così esaltante, l’attività dell’Olimpico venne interrotta dalla censura antiteatrale imposta dalla Controriforma e il teatro si riduce a semplice luogo di rappresentanza: vi viene accolto papa Pio VI nel 1782, l’imperatore Francesco I d’Austria nel 1816 e il suo erede Ferdinando I nel 1838. Con la metà dell’Ottocento riprendono saltuariamente le rappresentazioni classiche, ma si dovrà attendere l’ultimo dopoguerra, scampato il pericolo dei bombardamenti aerei, per tornare seriamente a fare spettacolo in un teatro che non ha uguali al mondo.

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A VICENZA LA PIU’ GRANDE MOSTRA SU VAN GOGH MAI REALIZZATA IN ITALIA http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/2017/10/07/a-vicenza-la-piu-grande-mostra-su-van-gogh-mai-realizzata-in-italia/ Sat, 07 Oct 2017 14:32:01 +0000 http://www.lestanzedelcorsovicenza.it/?p=1043 DAL 7/10/2017 AL 8/4/2018

Oltre 100 i capolavori del grande artista olandese ospitati presso la Basilica Palladiana qui, a Vicenza, tra tele e disegni originali. La città è sempre più decisa a conquistare il ruolo di primo piano nell’ambito delle capitali “dell’arte” e, per agevolare l’universalità di questa mostra, il direttore artistico Marco Goldin ci proporrà alla fine la sua visione a 360 gradi della mostra dirigendo un vero e proprio film. 

“Tra il grano e il cielo”, è questo il titolo di quella che sarà quindi la più grande mostra monografica su Vincent Van Gogh; come cielo e grano sono tra gli elementi più facilmente individuati nelle opere del pittore. La mostra è totalmente volta a raccontare, attraverso le opere esposte cronologicamente, il progressivo sviluppo artistico, nonché umano, del pittore. E non solo. Attraverso questo percorso artistico si potrà comprendere meglio l’intera vita di questo straordinario artista: dal buio dei suoi primi anni olandesi dove solo il grigio del cielo e lo scuro delle terre d’ocra sembrano prevaricare su tutto e tutti, sino all’esplosione di luce tipica della sua Francia del sud. 

Assolutamente da vedere per capire come tecnica ed espressività siano costantemente in mutamento nella pittura di fine 800.

LINK www.lineadombra.it

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